Nel corso degli ultimi mesi un po’ tutti abbiamo sentito parlare a lungo del pnrr. Si tratta del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ovvero un documento che è stato realizzato dal Governo e che serve a definire il quantitativo dei fondi che arrivano dall’Unione Europeo sfruttando il criterio legato alla sostenibilità.
Questo Piano è stato pubblicizzato a partire dal 2021, grazie al lavoro del Governo Draghi, come documento fondamentale per guidare la ripresa della nostra nazione dopo tutto quello che è successo per colpa della pandemia da Covid 19, che ha attanagliato non solamente l’Italia, ma praticamente in tutto il mondo. All’interno del Pnrr sono previsti investimenti sia a medio che a lungo termine, ma pure a fondo perduto.
Cosa comprende il Pnrr
Come dicevamo in precedenza, questo fondamentale documento che fa da orientamento per tantissimi investimenti, include tutta una serie di obiettivi che sono stati prefissati e che è fondamentale raggiungere per cercare di allontanarsi e superare quelle che sono le principali problematiche sorte in seguito alla diffusione della pandemia. In sostanza, tramite il Pnrr, lo Stato si pone come obiettivo primario quello di rendere migliore l’economia del Paese, scegliendo una strada che sia non solo all’avanguardia e al passo con i tempi, ma anche adeguatamente sostenibile e rispettosa dell’ambiente.
Tra i diversi compiti che sono stati affidati al Pnrr troviamo certamente quelli che si riferiscono alla rivoluzione del verde e la transizione ecologica, la realizzazione di infrastrutture dedicate a rendere sempre più diffuso il concetto di mobilità sostenibile. Tra gli altri obiettivi ci sono anche quelli relativi alla salute, all’istruzione e alla ricerca, ma anche a progetti che mirano all’inclusione e alla coesione.
Le missioni del Pnrr
Le funzioni e gli obiettivi di cui abbiamo appena parlato sono proprio le missioni del Pnrr. Ciascuna di essa va a specificare l’importo dei fondi che vengono stanziati per la realizzazione di una serie di progetti che sono volti proprio a rendere migliore lo stato di benessere della società in cui viviamo, sia dal punto di vista sociale che sotto quello economico.
Come si deve redarre il Pnrr
Ci sono alcuni fattori che fungono da vere e proprie linee guida per la redazione di un documento di tale importanza. Dal punto di vista europeo, è l’emanazione del regolamento UE che ha fatto la differenza. Si tratta del regolamento 241 del 2021 e che prevede una serie di corollari da tenere sempre a mente.
Si tratta, prima di tutto, dell’obbligo che è vigente per tutti i Paesi beneficiari di quantomeno il 37% delle risorse che sono state ottenute per l’attuazione di progetti dedicati al clima e all’ambiente, mentre nel 20% devono avere ad oggetto la transizione digitale. C’è un altro elemento fondamentale, ovvero la presenza di un vero e proprio vincolo per gli Stati con le diverse istituzioni dell’Unione Europea. Quindi, se i Paesi membri non riescono a completare un determinato progetto, rispettando le scadenze del bando europeo e le diverse misure entro i termini indicati dalla legge, ecco che i fondi relativi al Pnrr non possono essere erogati. In ogni caso, i Paesi stessi possono apportare modifiche al piano, senza limiti temporali dopo la sua attuazione.
La governance del Pnrr
È bene mettere in evidenza come l’Italia ha di fatto provveduto all’adozione anche di una peculiare governance del Pnrr. si tratta, in definitiva, dell’istituzione di più organi e dalla redazione di varie norme che hanno come obiettivo principale quello di riuscire a raggiungere i vari obiettivi a livello progettuale il prima possibile. Il decreto-legge numero 173 dello scorso anno, tra le altre cose, ha portato all’introduzione di una nuova figura sul panorama italiano, ovvero il ministro del Pnrr.